Benvenuto nel sito ufficiale dell'artista Ondina Unida, ondinarte.it
qui di seguito trovi le ultime notizie e iniziative a cui ha partecipato.


 

Biografia

ONDINARTE
di Ondina Unida



Ondina Unida nasce a Gonnosfanadiga (CA) il 27 gennaio 1958 e all’età di 5 anni si trasferisce con la famiglia a Genova dove vive tutt’ora.


Manifesta fin da bambina la passione per il disegno e il colore e la predisposizione per i lavori manuali.

Frequenta le scuole dell’obbligo e contemporaneamente, nel corso degli anni, approfondisce lo studio della materia presso alcuni atelier italiani, in particolar modo quelli di Mario Sperduti e Aurelio Caminati. Tende a rifugiarsi nel suo mondo fatto di silenzi nel silenzio e di sogni, rifiutando le imposizioni accademiche. L’amore per la letteratura e la conoscenza, la portano a curare la sua istruzione in modo completamente autodidatta.


Negli ultimi dieci anni riprende, a seguito di problematiche familiari, a dedicarsi alla pittura e inizia un nuovo percorso nel
mondo della ceramica frequentando diversi corsi e laboratori. Sperimentando ininterrottamente nel suo studio, giunge a creare una personale tecnica polimaterica, portando sullo stesso piano le due arti, da sempre poste in conflitto. In questo modo, pittura e scultura, non sono più arte maggiore e arte minore, ma un unica forma artistica.



Le sue opere richiamano l’immaginario cosmico, fatto di spazi infiniti, luci e mondi lontani, dove tempo, materia e ignoto, generano incontrollabili piani nella realtà delle cose.


La sua forte sensibilità è acuita da un problema personale che la porta a guardare il mondo circostante con occhi diversi. Consegue diversi premi nell’ambito di mostre e concorsi
pittorici, tra i quali la Targa d’Argento della regione Liguria.

Dal 2010 al 2013 ha partecipato al Festival della Maiolica di Genova, e continua ad esporre su tutto il territorio nazionale.


Ceramica Raku la sua storia e il significato:

Il significato di Raku è “Gioire il giorno” vivere in armonia fra gli uomini e le cose che ci circondano. Il Raku si sviluppa nel sedicesimo secolo ed è legato alla cerimonia del the, alla filosofia Zen e all’influenza del buddismo nella cultura giapponese.

L’importanza che assume la cerimonia nell’offrire una ciotola di the profumato ad un ospite raggiunse sofisticati dettagli, allo scopo di ottenere un’atmosfera di pace e tranquillità spirituale. Lo scopo del Raku era forgiare oggetti anche simili nella forma ma assolutamente unici nell’esecuzione finale. Il Raku è giunto fino a noi attraverso i secoli, messaggio di un prezioso artigianato e di opere d’Arte e collezione.

La tecnica:

Per realizzare questo tipo di ceramica il corpo argilloso deve essere molto refrattario per consentire all’oggetto di resistere agli sbalzi di temperatura a cui è sottoposto durante il processo di cottura (shock termico) e il suo immediato raffreddamento.

Dal sedicesimo secolo ad oggi sono svariati i passaggi nel metodo di cottura, il più diffuso è quello sviluppatosi negli USA.

I pezzi subiscono le prime cotture in un forno tradizionale; si procede alla smaltatura a basse di ossidi metallici e cristallina. La cottura Raku avviene in uno spazio esterno con l’uso di un forno apposito (fatto di mattoni refrattari) e di una bombola a gas (propano), collegata attraverso un bruciatore che produce la fiamma mediante un foro nel forno stesso. Quando il giusto punto di fusione è stato raggiunto ( la camera di cottura diventa rosso arancio) si spegne il bruciatore e si procede velocemente all’estrazione dei pezzi incandescenti con un’apposita pinza e si depongono sopra del materiale combustibile (segatura, carta, foglie secche ecc.)all’interno di un contenitore metallico, quando questo avviene e i pezzi roventi vengono a contatto con il materiale suddetto vengono sprigionate delle fiamme e del fumo, è della massima importanza prestare attenzione durante questo processo.

Il passo successivo è ricoprire il contenitore con il suo coperchio quindi si lasciano gli oggetti in riduzione, cioè in ambiente privo di ossigeno. La zona di un oggetto che non è smaltata acquisterà il tipico nero naturale dovuto alla riduzione. Il passaggio successivo consiste nell’immergere gli oggetti ancora caldissimi in un recipiente d’acqua; una volta raffreddati si puliscono con spugna abrasiva o lana d’acciaio e polveri detersive. Tali oggetti dovranno poi essere asciugati e lucidati sfregandoli con un panno asciutto. Inoltre, per mantenere nel tempo la brillantezza dei colori degli oggetti stessi è utile strofinarli periodicamente con un panno asciutto.